Immersione Ninfeo dell’imperatore Claudio
Nella zona A del Parco Archeologico di Baia, troviamo un edificio di forma rettangolare, venuto alla luce durante una campagna di scavo del 1970 denominato “Ninfeo Triclinio” dell’imperatore Claudio.
Sul luogo vennero ritrovate sei statue che costituivano l’abbellimento di un “ Ninfeo ” ossia un locale riproducente una grotta marina ove il mito collocava la dimora delle ninfe. Le statue sono ora presenti in copia ove furono ritrovati gli originali che si possono ammirare nella apposita sala ricostruita nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei, all’interno del Castello Aragonese di Baia, della cui sala vi è foto nella galleria in uno ad una ricostruzione in plastico del complesso.
Qui gli ospiti dell’imperatore Claudio, al quale è attribuita la costruzione, venivano ospitati ed intrattenuti con cibo, danze e si deliziavano dei giochi d’acqua che zampillavano da fontane poste tra le statue. Dalle cronache dell’epoca e dallo scavo del manufatto, si ha conferma che il Ninfeo aveva una vasca centrale colma d’acqua e che al suo interno veniva posto in movimento un ingegno che immetteva acqua verso un canale che costeggiava le nicchie delle statue e sulla superficie dell’acqua navigavano piccole barchette ricolme del cibo offerto ai commensali dalle quali questi, distesi sui triclini, si servivano a piacere. Sul fondo del Ninfeo vi erano poste le statue raffiguranti la scena Omerica dell’ubriacatura del Ciclope, la cui statua era mancante alla scoperta, da parte di Ulisse e Bajos, le cui statue sono a sinistra e destra. Sul margine destro del Ninfeo vi sono quattro nicchie delle quali una è vuota, le statue riproducono Dioniso Giovinetto, Ottavia Claudia bambina, figlia dell’Imperatore, successivamente moglie di Nerone. La terza sulla destra è Dioniso con pantera, animale ad egli sacro. Nella seconda nicchia, quella vuota dopo Dioniso giovinetto, probabilmente, era occupata da un Eros. Sulla sinistra entrando fu trovata una sola statua, quella di Antonia Minore, madre di Claudio, rappresentata come “Venere Genetrix” essendo ella la generatrice della “Gens Claudia”, si presume ci fossero tre altre statue che rappresentavano la famiglia dell’imperatore.
Appena fuori il Ninfeo, il percorso prosegue con un grande edificio termale del quale si possono visitare gli ambienti: all’ingresso un grande “gymnasium” ovvero un cortile aperto dove si praticava lo sport prima di prendere le terme, il pavimento è in cocciopesto. L’ingresso mena al Laconicum e spogliatoio e da questi si accede al Calidario ed al Tepidario che conservano ancora integro “l’Ipocaustum”, ovvero il doppio pavimento al disotto del quale circolava il calore generato forzatamente che, a seconda di come fosse indirizzato creava le zone più o meno calde, appunto “calidarium” e “Tepidarium”. verso nord abbiamo il Frigidario con una grande piscina absidata di forma semi circolare, seguito da una piscina rettangolare ed un Ninfeo triabsidato. Le terme sono prospicienti una grande strada basolata, chiamata ” via Herculanea “, in onore di Ercole, costruita a “dorso di mulo” in grossi basoli perfettamente incastrati. Essa conserva ancora i condotti laterali di deflusso acqua piovana ed una serie di ambienti laterali. Il lato ovest di tale strada, termina con un muro tra il complesso termale ed il Ninfeo, mena verso il lacus Baiani dove troviamo i resti imponenti di altre due ville, mentre percorrendola verso la dorsale Nord-Est, porta in direzione Porto Giulio. Appena fuori il complesso termale vi è un pavimento in opus sectile policroma, di recente restauro di grandi dimensioni, proseguendo verso il Lacus troviamo un’altra strada a basoli, più piccola, denominata appunto “via Piccola” essa conduce verso Baia e, sul margine sinistro, sono stati rinvenuti da poco dei grandi ambienti con pavimento in marmo. L’immersione è adatta anche allo snorkeling.