Secca della Gaiola – Golfo di Napoli
Siamo nell’AMP di Gaiola, zona A inerente le peschiere di Villa Pausillipon, grande complesso residenziale dell’aristocratico Pubblio Vedio Pollione, poi ceduto all’impero.L’area archeologica si estende dalla collina di Posillipo giù per la discesa Gaiola sino alla zona marina, in parte sommersa, nei pressi dell’isolotto della Gaiola. Qui si possono osservare i resti delle opere murarie inerenti il sistema di peschiere della villa, famoso per i suoi murenai, e parte del giardino fronte mare, tutto inabissatosi a causa dei movimenti bradisismici che interessano anche tale zona. AMP dal 1998 come quella di Baia, è considerata zona A nel tratto che circonda l’isolotto di Gaiola e sino al margine sella omonima secca.
Il sito si caratterizza anche per le sue biodiversità. La grande presenza di madrepore Cladocora caespitosa e Parazoanthus axinellae che producono le stesse rocce su cui si insediano triglie, murene e varie specie che prediligono fondali anche più profondi.Molti massi sono poi tana di grandi saraghi fasciati, mentre qualche esemplare di sarago faraone, molto raro, si può incontrare a sud sul margine terminale della secca.
Esposte alla luce solare, ciuffi bruni e rossi di alghe a foglia laminare, fanno bella mostra di se spuntando da piattaforme tufacee, mentre le zone più in ombra di tali edifici mostrano alghe della specie Amphiroa rigida, dai caratteristici mazzetti bluastri.Nutrita la presenza di gorgonie gialle e bianche, sia sul top ( già da – 6 metri) che sulle pareti laterali.
Su un faraglione esterno, in particolari condizioni di buio e corrente, è stato possibile scorgere a soli 10 metri, piccoli rametti di corallium rubrum. Top della secca -2mtsino a -18